(Third Man)
rock blues
data di pubblicazione: 24 aprile 2012
Dopo lo scioglimento dello scorso anno del sodalizio non solo professionale con Meg White con la quale, a nome White Stripes, ha pubblicato ben sei album in studio, non si pensava che per Jack White fosse così imminente un lavoro solista, anche se a pensarci bene era dal 2007 che non pubblicava niente di inedito e probabilmente è da quel periodo che ha cominciato a scrivere materiale che è poi finito su questo lavoro. Sì perchè è di qualche settimana fa la pubblicazione del primo album in solitaria del chitarrista di Detroit, dal titolo Blunderbuss (Trombone), già anticipato su queste pagine dal singolo Sixteen Saltlines (Matilda Nights #22).
Non poteva che proseguire in questo modo la già brillante carriera del trentaseienne ex White Stripes, attualmente impegnato anche con The Dead Weather e The Raconteurs, ma probabilmente desideroso di cimentarsi in proprio per una sfida che a posteriori possiamo dichiarare ampiamente vinta. Perchè Blunderbuss è un disco estremamente piacevole, dal gusto retro' ma in nessun modo pacchiano, intenso senza essere eccessivo. Musicalmente parlando si tratta di un ritorno alle radici di un rock costantemente intriso di blues e rock & roll dove pianoforte e chitarre si alternano nell'essere strumento portante di ogni brano. E' in questo contesto di 'America anni Sessanta' che nascono brani come Trash Tongue Talker, figlia di un Jerry Lee Lewis meno irascibile, o anche Weep Themselves To Sleep sorretta da un piano di impostazione cinematografica. Così come perfetta risulta I'm Shaking, cover di un brano scritto da Rudy Toombs e portato in classifica da Little Willie John nel 1960. Nondimeno Jack si trova perfettamente a suo agio sia su episodi movimentati come Sixteen Saltlines e Freedom at 21, che sulle nuove perle del cantautorato folk americano: Love Interruption, la splendida titletrack e la cabarettistica Hip (Eponymous) Poor Boy.
Blunderbuss è già un classico sia in patria che nel Regno Unito dove ha raggiunto il primo posto in entrambe le classifiche di vendita nel giro di pochi giorni. Più barocco e pieno di suoni di qualsiasi altro lavoro degli White Stripes, proietta Jack White nell'olimpo delle rockstar moderne assieme a Tom Yorke e Eddie Vedder, per rimanerci sicuramente ancora per molto tempo.
Voto 7,5
Tracklist:
01. Missing Pieces
02. Sixteen Saltlines
03. Freedom at 21
04. Love Interruption
05. Blunderbuss
06. Hypocritical Kiss
07. Weep Themselves To Sleep
08. I'm Shakin'
09. Trash Tongue Talker
10. Hip (Eponimous) Poor Boy
11. I Guess I Should Go To Sleep
12. On And On And On
13. Take Me With You When You Go
Sito ufficiale: jackwhiteiii.com
Facebook: www.facebook.com/jackwhite
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