C'è una data ben scolpita nella storia del rock che ogni amante di questa musica deve tenere ben presente, è quella del luglio del 1968, nel giorno in cui venne pubblicato il primo album dei Deep Purple, quel
Shades of Deep Purple che segnò l'inizio del connubio tra l'Hammond e l'hard rock, grazie ad un'intuizione del tastierista della band, Jon Lord, che attaccò il suo organo ad un amplificatore Marshall per chitarre e ne fece l'emblema della formazione inglese, che sì aveva in Richie Blackmore un virtuoso della chitarra come pochi ce n'erano al mondo in quel periodo e anche un Ian Gillian che possedeva la voce più potente del panorama rock, ma avete mai provato ad ascoltare una canzone dei Deep Purple togliendo la traccia dell'organo? Sembra svuotata. Jon Lord, pur non possedendo le doti di un Rick Wakeman o di un Keith Emerson (o meglio, non le metteva così in mostra, ma ascoltatevi i suoi album solisti), dava ad ogni brano quel tocco essenziale che lo completava senza strafare, senza mai sostituirsi alla chitarra ma anzi duettando spesso con essa come nella stratosferica
Child In Time o nell'altro successo planetario che è
Highway Star.
Purtroppo Jon Lord ha dovuto arrendersi ad una brutta malattia che circa un anno fa gli fece annunciare che si sarebbe preso una pausa dai concerti per curarsi e per tornare in piena forma al più presto. Così non è stato e oggi ci ritroviamo tutti un po' più soli nel tentativo di scacciare la malinconia passando in rassegna le migliori tracce che ha regalato alla storia del rock.
Buon viaggio Jon, Signore della musica.
Deep Purple - Mandrake Roots (Shades of Deep Purple, 1968)
Deep Purple - Strange Kind of Woman (single, 1971)
Deep Purple - Black Night (single, 1970)
Deep Purple - Kentucky Woman (The Book of Taliesyn, 1968)
Deep Purple - Lazy (Machine Head, 1972)
Deep Purple - Burn (Burn, 1974)
Deep Purple - Woman From Tokyo (Who Do We Think We Are, 1973)
Deep Purple - Knocking at Your Backdoor (Perfect Strangers, 1984)
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