(Warp Records)
data di pubblicazione: 30 aprile 2012
slowcore, folk contemporaneo
Sono passati ben cinque anni da quel The Western Lands che era entrato in molte classifiche di fine anno nelle varie riviste di rock indipendente. I Gravenhurst, creatura di Nick Talbot che risulta anche l'unico membro effettivo della band dopo che nel 2008 ha lasciato il suo più stretto collaboratore Dave Collingwood, si rifanno vivi con The Ghost in Daylight, lavoro estremamente introspettivo che si colloca sia nel filone slowcore che in quello del cantautorato folk, prendendo il meglio da entrambi i generi. La chitarra arpeggiata di Talbot ci catapulta immediatamente nel suo mondo acustico e malinconico, nel quale regna la melodia e una delicata raffinatezza che pervade l'intero lavoro.
I primi quattro brani sono delle gemme che fanno volare molto in alto The Ghost In Daylight, tutte simili nell'impianto costruttivo (The Prize e In Miniature su tutti), ma cariche di un songwriting incredibilmente ispirato. Nella parte centrale Talbot abbandona le chitarre e si concede qualche escursus in atmosfere eteree di chiara ispirazione Air (Islands), per poi tornare ad incantare con le sue ballate acustiche, leggiadre al punto giusto ma intrise di quel pizzico di inquietudine che dona loro una magia difficilmente replicabile.
Da segnalare che tutte e dieci le canzoni che compongono l'album sono state postate su YouTube dall'autore stesso sul suo canale personale. Davvero una lodevole iniziativa.
Voto: 8
Tracklist:
01. Circadian
02. The Prize
03. Fitzrovia
04. In Miniature
05. Carousel
06. Islands
07. The Foundry
08. Peacock
09. The Ghost of Saint Paul
10. Three Fires
Sito Ufficiale: gravenhurstmusic.com
Facebook: www.facebook.com/gravenhurst
Nessun commento:
Posta un commento