Siamo giunti alla fine del mese di gennaio ed è tempo di riproporre in un'unica playlist tutte e 30 le canzoni del giorno selezionate in questo mese, così da poterle ascoltare tutte insieme per oltre due ore e mezza di ottima musica.
Playlist di Gennaio
2. Woven Hand - Not One Stone
3. The Decemberists - Row Jimmy
4. Radiohead - Staircase
5. The Horros - Moving Further Away
6. First Aid Kit - The Lion's Roar
7. Alternative 4 - Still Waters
8. Bud Spencer Blues Explosion - Squarciagola
9. Trent Reznor & Atticus Ros - Immigrant Song
10. Noel Gallagher - The Death of You and Me
11. Airbag - Homesick I-III
12. Lisa Hannigan - Little Bird
13. The Maccabees - Ayla
14. Ani DiFranco - Amendment
15. Alcest - Summer's Glory
16. Silversun Pickups . Broken Bottles
17. Cloud Nothings - Wasted Days
18. Thee Oh See - The Dream
19. Howler - Back of Your Neck
20. Il Teatro degli Orrori - Io cerco te
21. Anneke Van Giersbergen - Feel Alive
22. Diaframma - Carta carbone
23. The Big Pink - Hit The Ground
24. Tying Tiffany - Drownin'
25. Bruce Springsteen - We Take Care of Your Own
26. Eluveitie - A Rose For Epona
27. Porcelain Raft - Unless You Speak From Your Heart
28. Craig Finn - Honolulu Blues
29. Chairlift - Sidewalks Safari
30. Colapesce - La zona rossa
31. Nada Surf - When I Was Young
martedì 31 gennaio 2012
Matilda Father Awards - I migliori album metal del 2011
Proseguiamo con le classifiche di Matilda Fater Blog Radio andando a rovistare tra le uscite di stampo metal del 2011 e cercando di dare un ordine a quelli che sono i 20 dischi più importanti e rappresentativi della stagione appena passata (IMHO).
9) Opeth - Heritage
10) Wolves in the Throne Room - Celestial Lineage
11) Amon Amarth - Surtur Rising
I re incontrastati del Viking Metal sono tornati con un altro album che non innova nulla ma devasta dalla prima all'ultima nota.
13) Septicflesh - The Great Mass
Il death metal che viene dalla Grecia. Impreziosito da inserti sinfonici e da una cantante soprano.
18) Anthrax - Worship Music
Nel segno del thrash metal, un album d'impatto come lo si attendeva da tempo.
20) Iced Earth - Dystropia
Un altro disco di metallo compatto e pesante per inguaribili nostalgici, quale io sono.
Di seguito, visto che siamo sì su un blog, ma pur sempre blog radio, e lo scopo principale è quello di ascoltarla la musica, abbiamo una playlist di brani tratti da questi venti album, allo scopo anche di dare una idea di massima, per chi volesse approfondire, di come suonano i dischi di cui ho parlato.
Mastodon - Curl of the Burl
Moonsorrow - Huuto
Omnium Gatherum - New World Shadows
Amon Amarth - War of the Gods
Opeth - The Devil's Orchard
Septicflesh - Oceans of Grey
Anthrax - Fight 'em 'till You Can't
Onslaught - Sounds of Violence
Megadeth - Public Enemy No. 1
Machine Head - Be Still And Know
The Black Dahlia Murder - A Shrine To Madness
Amorphis - Song of the Sage
Korpiklaani - Tequila
Iced Earth - Dystopia
Devin Townsend Project - Juular
Dream Theater - On The Back of Angels
Symphony X - When All Is Lost
Insomnium - Through The Shadows
In Flames - Deliver Us
Wolves in the Throne Room - Astral Blood
1) The Devin Townsend Project - Deconstruction
Per me, il più entusiasmante lavoro del 2011 è questo tredicesimo album in studio del genietto canadese uscito assieme al suo gemello "Ghost", meno affascinante però, all'inizio dell'estate.
Estremo, complesso, magniloquente e schizzato, come solo Devin Townsend sa essere, qui se possibile più che in altri lavori.
Estremo, complesso, magniloquente e schizzato, come solo Devin Townsend sa essere, qui se possibile più che in altri lavori.
2) Omnium Gatherum - New World Shadows
Death metal melodico dalla Finlandia, Doppia cassa, preludi strumentali, intrecci tra chitarre e tastiere, voci growl e chorus epocali. È già un classico.
3) Amorphis - The Beginning of Times
Uno dei migliori gruppi (gothic) metal giunti al decimo album in studio. Una garanzia, da sempre.
4) Onslaught - Sounds of Violence
Una vera mazzata! Il thrash moderno suonato dalla più antica thrash metal band del Regno Unito.
5) Insomnium - One For Sorrow
Uno dei gruppi top del metal scandinavo, cori epici e voci brutali su un comparto sonoro grandioso
6) Mastodon - The Hunter
Prosegue l'evoluzione della band di Atlanta che sfodera un lavoro molto heavy in cui stoner e psichedelia vanno a braccetto con un metal sempre meno estremo.
7) Dream Theater - A Dramatic Turn of Events
Il primo disco senza Mike Portnoy dietro alle pelli non lo fa rimpiangere assolutamente, anzi sono pure migliorati.
8) Moonsorrow - Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa
Ottimo esempio di folk metal, quattro composizioni molto lunghe ed epiche che fanno la gioia degli amanti del genere
9) Opeth - Heritage
Quando un gruppo death metal sceglie di buttarsi sullo psych prog settantiano con risultati sorprendenti.
10) Wolves in the Throne Room - Celestial Lineage
Uno dei migliori dischi di black metal atmosferico che abbia mai ascoltato
11) Amon Amarth - Surtur Rising
I re incontrastati del Viking Metal sono tornati con un altro album che non innova nulla ma devasta dalla prima all'ultima nota.
12) In Flames - Sounds of a Playground Fading
Impreziosita da echi industriali ed elettronici, la nuova evoluzione della band svedese fa discutere molto ma affascina non poco.
13) Septicflesh - The Great Mass
Il death metal che viene dalla Grecia. Impreziosito da inserti sinfonici e da una cantante soprano.
14) The Black Dahlia Murder - Ritual
Un velocissimo death metal core melodico con una sezione ritmica da paura.
15) Machine Head - Unto The Locust
Sono cambiati, eccome, rispetto agli esordi. Prima erano un macigno che spaccava tutto, ora hanno imparato a suonare. E la differenza si sente.
16) Korpiklaani - Ukon Wacka
Folk metal da birreria e balera. Uno dei rari esempi di connubio tra metal e divertimento.
17) Megadeth - Th1rt3en
Sembravano finiti, ma il colpo di coda di Mr. Mustain ci riporta una band che è stata grandissima.
18) Anthrax - Worship Music
Nel segno del thrash metal, un album d'impatto come lo si attendeva da tempo.
19) Symphony X - Iconoclast
Suoni più cupi e duri rispetto al passato per la band americana, solita ottima tecnica con tanto di epica ballatona finale
20) Iced Earth - Dystropia
Un altro disco di metallo compatto e pesante per inguaribili nostalgici, quale io sono.
Di seguito, visto che siamo sì su un blog, ma pur sempre blog radio, e lo scopo principale è quello di ascoltarla la musica, abbiamo una playlist di brani tratti da questi venti album, allo scopo anche di dare una idea di massima, per chi volesse approfondire, di come suonano i dischi di cui ho parlato.
Mastodon - Curl of the Burl
Moonsorrow - Huuto
Omnium Gatherum - New World Shadows
Amon Amarth - War of the Gods
Opeth - The Devil's Orchard
Septicflesh - Oceans of Grey
Anthrax - Fight 'em 'till You Can't
Onslaught - Sounds of Violence
Megadeth - Public Enemy No. 1
Machine Head - Be Still And Know
The Black Dahlia Murder - A Shrine To Madness
Amorphis - Song of the Sage
Korpiklaani - Tequila
Iced Earth - Dystopia
Devin Townsend Project - Juular
Dream Theater - On The Back of Angels
Symphony X - When All Is Lost
Insomnium - Through The Shadows
In Flames - Deliver Us
Wolves in the Throne Room - Astral Blood
The Song of the Day #43 - Nada Surf
Chitarre, chitarre e ancora chitarre. Questi sono i Nada Surf che allo scoccare dei venti anni di carriera si ripresentano con l'ottavo album in studio, carico di energia e trasudante puro rock in ogni canzone. Non spostano di una virgola il tiro i 'ragazzi' di New York realizzando il solito nugolo di song ora più tirate, ora meno, giocando molto con gli arpeggi di acustica accostati ai riff con la chitarra elettrica e scanditi da una ritmica incessante. Non è un capolavoro e probabilmente non verrà annoverato tra i dischi seminali del genere, però suona maledettamente bene e ti smuove ascolto dopo ascolto, e per un disco rock questo è ciò che conta.
Tra le cose migliori di questo album ho scelto come Song of the Day "When I Was Young", che sebbene non sia tra i pezzi più movimentati, è comunque uno dei più emozionanti, prima lento e poi maestoso nel trascinante finale.
Nada Surf - When I Was Young (The Stars Are Indifferent To Astronomy, 2012)
Tra le cose migliori di questo album ho scelto come Song of the Day "When I Was Young", che sebbene non sia tra i pezzi più movimentati, è comunque uno dei più emozionanti, prima lento e poi maestoso nel trascinante finale.
Nada Surf - When I Was Young (The Stars Are Indifferent To Astronomy, 2012)
lunedì 30 gennaio 2012
Io sto con il Mucchio
E' da un po' di tempo che volevo scrivere questo articolo, ma per un motivo o per un altro ho sempre rimandato, sperando che non ce ne fosse bisogno, oppure temendo fosse inutile data l'esigua visibilità del mio blog.
Ora però che le visite quotidiane stanno aumentando e constatando il fatto che ancora non è stato raggiunto il risultato, ho pensato che "sarà pure una goccia nel mare, ma male non fa!".
Il Mucchio, già Mucchio Selvaggio, rivista di musica rock, ma anche di cinema, libri, società e politica, con oltre trent'anni di storia in edicola, prima mensile, poi settimanale ed infine da qualche anno ancora mensile nella conformazione che più gli si addice, rischia la chiusura per problemi economici derivati dai tagli sui contributi statali sull'editoria del 2010 e 2011. Tagli che sono stati fatti a sorpresa e retroattivamente. Non sono mai stato favorevole ai contributi dello stato all'editoria, voglio dire, se vuoi fare un giornale devi essere in grado si sostentarti con i tuoi mezzi, che siano abbonamenti, pubblicità o vendita in edicola. Però è anche vero che se questi contributi ci sono sarebbe da stolti non usufruirne e che quando si stila un preventivo di bilancio in una qualunque azienda si tiene conto di tutte le voci in entrata per stabilire quali devono essere le uscite. Se una cospicua fetta delle entrate previste, improvvisamente viene a mancare sono guai. Ed è questo quello che è accaduto.
Ma non siamo qui per criticare ciò che ormai è stato deciso, non ne avremmo titolo e non servirebbe a molto. La stessa neo direttrice del Mucchio, Daniela Federico, non sta lì a piangersi addosso, ma assieme ai suoi collaboratori sta attuando una serie di iniziative atte a raggranellare più abbonamenti possibili che consentirebbe loro di contare su una entrata immediata per far fronte alle impellenze più urgenti e scongiurare la chiusura. Fermo restando che comunque una ristrutturazione interna, con degli urgenti quanto dolorosi tagli, deve essere fatta perché su queste entrate non possono più contare come prima.
La richiesta è quindi questa: occorre che siano sottoscritti almeno 2000 abbonamenti entro febbraio e il risultato purtroppo non è ancora stato raggiunto (sono quasi 1200 alla data di oggi, compreso il mio).
Considerate la possibilità di fare un abbonamento, se già vi trovate a comprare il Mucchio in edicola, oppure pensate a qualcuno cui possa piacere, magari per regalarglielo oppure per informarlo del fatto che facendone uno contribuirà a mantenere in vita il giornale. Per maggiori informazioni potete andare sul sito ufficiale del Mucchio dove tutto è spiegato più chiaramente e sul forum dove se ne discute da qualche settimana.
Ovviamente non ho alcun tipo di tornaconto personale da questa iniziativa, tranne il fatto di poter sperare di continuare ad usufruire di un giornale che da più di vent'anni leggo quasi ininterrottamente e che ha formato in gran parte il mio genoma musicale.
Ora però che le visite quotidiane stanno aumentando e constatando il fatto che ancora non è stato raggiunto il risultato, ho pensato che "sarà pure una goccia nel mare, ma male non fa!".
Il Mucchio, già Mucchio Selvaggio, rivista di musica rock, ma anche di cinema, libri, società e politica, con oltre trent'anni di storia in edicola, prima mensile, poi settimanale ed infine da qualche anno ancora mensile nella conformazione che più gli si addice, rischia la chiusura per problemi economici derivati dai tagli sui contributi statali sull'editoria del 2010 e 2011. Tagli che sono stati fatti a sorpresa e retroattivamente. Non sono mai stato favorevole ai contributi dello stato all'editoria, voglio dire, se vuoi fare un giornale devi essere in grado si sostentarti con i tuoi mezzi, che siano abbonamenti, pubblicità o vendita in edicola. Però è anche vero che se questi contributi ci sono sarebbe da stolti non usufruirne e che quando si stila un preventivo di bilancio in una qualunque azienda si tiene conto di tutte le voci in entrata per stabilire quali devono essere le uscite. Se una cospicua fetta delle entrate previste, improvvisamente viene a mancare sono guai. Ed è questo quello che è accaduto.
Ma non siamo qui per criticare ciò che ormai è stato deciso, non ne avremmo titolo e non servirebbe a molto. La stessa neo direttrice del Mucchio, Daniela Federico, non sta lì a piangersi addosso, ma assieme ai suoi collaboratori sta attuando una serie di iniziative atte a raggranellare più abbonamenti possibili che consentirebbe loro di contare su una entrata immediata per far fronte alle impellenze più urgenti e scongiurare la chiusura. Fermo restando che comunque una ristrutturazione interna, con degli urgenti quanto dolorosi tagli, deve essere fatta perché su queste entrate non possono più contare come prima.
La richiesta è quindi questa: occorre che siano sottoscritti almeno 2000 abbonamenti entro febbraio e il risultato purtroppo non è ancora stato raggiunto (sono quasi 1200 alla data di oggi, compreso il mio).
Considerate la possibilità di fare un abbonamento, se già vi trovate a comprare il Mucchio in edicola, oppure pensate a qualcuno cui possa piacere, magari per regalarglielo oppure per informarlo del fatto che facendone uno contribuirà a mantenere in vita il giornale. Per maggiori informazioni potete andare sul sito ufficiale del Mucchio dove tutto è spiegato più chiaramente e sul forum dove se ne discute da qualche settimana.
Ovviamente non ho alcun tipo di tornaconto personale da questa iniziativa, tranne il fatto di poter sperare di continuare ad usufruire di un giornale che da più di vent'anni leggo quasi ininterrottamente e che ha formato in gran parte il mio genoma musicale.
The Song of the Day #42 - Colapesce
Denominazione: Colapesce. Anagrafe: Lorenzo Urciullo. Provenienza: Sicilia. Scuola: Cantutorale anni settanta. Esperienze passate: Albanopower.
Questi i riferimenti che sono dietro al moniker Colapesce e a questo debutto intitolato "Un meraviglioso declino" dal quale oggi, per The Song of the Day, prendiamo il brano "La zona rossa".
Un esordio importante con 13 tracce in bilico fra tradizione cantautoriale italiana e indie-pop americano, dove il nostro, con tutta la poetica di cui è dotato, descrive i suoi paesaggi urbani, le sue quotidianità, un insieme di visioni malinconiche e sensibili percezioni della vita. A tratti sembra ricordare gli Amor Fou o i primi Tiromancino, anche se lui giura di ispirarsi a Neil Young, Battisti, Fleet Foxes, Piero Ciampi e My Bloody Valentine. Mica male per un debutto.
Colapesce - La zona rossa (Un meraviglioso declino, 2012)
Questi i riferimenti che sono dietro al moniker Colapesce e a questo debutto intitolato "Un meraviglioso declino" dal quale oggi, per The Song of the Day, prendiamo il brano "La zona rossa".
Un esordio importante con 13 tracce in bilico fra tradizione cantautoriale italiana e indie-pop americano, dove il nostro, con tutta la poetica di cui è dotato, descrive i suoi paesaggi urbani, le sue quotidianità, un insieme di visioni malinconiche e sensibili percezioni della vita. A tratti sembra ricordare gli Amor Fou o i primi Tiromancino, anche se lui giura di ispirarsi a Neil Young, Battisti, Fleet Foxes, Piero Ciampi e My Bloody Valentine. Mica male per un debutto.
Colapesce - La zona rossa (Un meraviglioso declino, 2012)
domenica 29 gennaio 2012
Diaframma - Niente di serio
Festeggiato il trentennale di carriera lo scorso aprile con il primo live ufficiale della band, i Diaframma si ripresentano al proprio pubblico con il sedicesimo disco di inediti intitolato "Niente di serio", che ci propone altre 12 storie recanti l'inconfondibile marchio di fabbrica della formazione fiorentina. Sempre rigorosamente indipendenti e lontani dalle mode del momento i Diaframma resistono ancora oggi, contando su uno zoccolo duro di fans indefessi che accolgono con febbrile attesa ogni loro uscita.
In "Niente di serio" c'è tutto quello che possiamo desiderare dal Fiumani odierno, pezzi mid tempo (Vivo così), ballate struggenti (Grande come l'oceano), brani punk-rock più tirati (La botta di energia del rock), brillanti digressioni strumentali (Nilsson). Musicalmente parlando siamo quindi su ottimi livelli, ma come al solito sono i testi che più di ogni altra cosa risaltano in un disco dei Diaframma. Le storie di Federico Fiumani, spesso incentrate sulle donne e sul sesso, ci raccontano questa volta, se escludiamo qualche brano, un intimismo profondo, ancora più che in altri lavori, in cui si manifesta tutta la poetica di un Fiumani introspettivo, disincantato ("Io vivo sul dorso del mondo, se è duro non lo so", "Io sono qui e non so più stare nei posti che credevo verdi", "vivere insieme a te per un tempo ragionevole, sapendo che prima o poi tutto finisce"), talvolta ironico, ma sempre capace di amare ("Io vorrei bere il tuo dolore"). Federico riporta il tutto sui solchi del disco seminandolo di una vena malinconica e confezionando, assieme ai suoi compagni di viaggio, uno dei suoi migliori lavori di sempre.
Tre brani:
Vivo così
Madre superiora
Carta carbone
In "Niente di serio" c'è tutto quello che possiamo desiderare dal Fiumani odierno, pezzi mid tempo (Vivo così), ballate struggenti (Grande come l'oceano), brani punk-rock più tirati (La botta di energia del rock), brillanti digressioni strumentali (Nilsson). Musicalmente parlando siamo quindi su ottimi livelli, ma come al solito sono i testi che più di ogni altra cosa risaltano in un disco dei Diaframma. Le storie di Federico Fiumani, spesso incentrate sulle donne e sul sesso, ci raccontano questa volta, se escludiamo qualche brano, un intimismo profondo, ancora più che in altri lavori, in cui si manifesta tutta la poetica di un Fiumani introspettivo, disincantato ("Io vivo sul dorso del mondo, se è duro non lo so", "Io sono qui e non so più stare nei posti che credevo verdi", "vivere insieme a te per un tempo ragionevole, sapendo che prima o poi tutto finisce"), talvolta ironico, ma sempre capace di amare ("Io vorrei bere il tuo dolore"). Federico riporta il tutto sui solchi del disco seminandolo di una vena malinconica e confezionando, assieme ai suoi compagni di viaggio, uno dei suoi migliori lavori di sempre.
Tre brani:
Vivo così
Madre superiora
Carta carbone
The Song of the Day #41 - Chairlift
Oggi, per la rubrica quotidiana The Song of the Day, ospitiamo un gruppo electro-pop formatosi inizialmente nel Colorado ed in seguito stabilitosi a New York. Si chiamano Chairlift e hanno appena rilasciato il secondo album dal titolo "Something" proponendosi come duo, Caroline Polachek e Patrick Wimberly, dopo l'abbandono del terzo elemento Aaron Pfenning.
Lavoro niente male questo "Something", ricco di ottimi pezzi da ascoltare più volte senza venirne a noia. Sia chiaro, non è rock e neanche ci si avvicina lontanamente, però ci sono alcuni pezzi che ti prendono e ti fanno tornare indietro agli anni ottanta quando regnavano sintetizzatori e drum machine.
Una delle canzoni più brillanti è "Sidewalk Safari", che vi propongo qui di seguito, figlia di Eurythmics e Susan Vega. Da ascoltare.
Chairlift - Sidewalk Safari (Something, 2012)
Lavoro niente male questo "Something", ricco di ottimi pezzi da ascoltare più volte senza venirne a noia. Sia chiaro, non è rock e neanche ci si avvicina lontanamente, però ci sono alcuni pezzi che ti prendono e ti fanno tornare indietro agli anni ottanta quando regnavano sintetizzatori e drum machine.
Una delle canzoni più brillanti è "Sidewalk Safari", che vi propongo qui di seguito, figlia di Eurythmics e Susan Vega. Da ascoltare.
Chairlift - Sidewalk Safari (Something, 2012)
sabato 28 gennaio 2012
The Song of the Day #40 - Craig Finn
In un periodo di pausa dal lavoro con la sua band The Hold Steady, il chitarrista e cantante Craig Finn si è dedicato alla stesura del suo primo album solista, uscito proprio in questi giorni e dal titolo "Clear Heart Full Eyes".
Si tratta di un lavoro introspettivo, profondamente diverso da quello che suona con la sua band di provenienze, ma allo stesso tempo molto 'caldo' e personale, registrato in 3 settimane la scorsa estate ad Austin in Texas, e nel quale regna la chitarra elettrica anche se l'atmosfera rimane piuttosto rilassata. Componente principale è il vecchio e sano blues tanto caro alla tradizione americana, che aleggia su quasi tutte le 11 tracce, come e sopratutto su quella che oggi è Song of the Day e che si chiama "Honolulu Blues". Da un'intervista a Craig ho letto che in questo periodo sta già lavorando con gli Hold Steady alla realizzazione del prossimo disco, nel quale, ci si può scommettere, metterà anche un po' dell'esperienza maturata con questo bel lavoro in solitaria.
Craig Finn - Honolulu Blues (Clear Heart Full Eyes, 2012)
Craig Finn - Honolulu Blues (Clear Heart Full Eyes, 2012)
venerdì 27 gennaio 2012
Matilda Father On Air #4
Ciao a tutti, siete ancora una volta collegati con le frequenze web di Matilda Father Blog Radio che vi tiene compagnia, come ogni venerdì, con ritmi, suoni e musica rock e dintorni.
Quest'oggi ascolteremo diverse cosette interessanti, per lo più uscite nell'ultimi dodici mesi, di dischi conosciuti o anche meno, che in questi giorni si stanno alternando sul mio ipod o sull'impianto di casa (quando i figli me lo permettono...).
Cominciamo dagli Wilco e dal loro ultimo lavoro "The Whole Love" che sto sviscerando canzone per canzone in attesa del concerto di Bologna a marzo. Il pretesto è il nuovo video appena uscito del brano "Dawned On Me" in cui appaiono addirittura Braccio di Ferro e compagni nel ruolo di special guests.
Wilco - Dawned On Me (The Whole Love, 2011)
Arcade Fire - The Suburbs (The Suburbs, 2010)
Subito dopo gli Wilco abbiamo ascoltato gli Arcade Fire con il brano che dà il titolo al loro ultimo album "The Suburbs". Andiamo avanti con una bellissima canzone dei Manic Street Preachers, la più datata che ascolteremo oggi dato che è del 2007, si intitola "Autumnsong"
Manic Street Preachers - Autumnsong (Send Away The Tigers, 2007)
Eccoci ora a due novità per questa blog radio, due dischi dello scorso anno di cui ancora non avevamo parlato. Il primo è un album di post rock diverso dal solito, fatto di canzoni piuttosto brevi in luogo di lunghe cavalcate sonore, nelle quali c'è comunque tutta l'atmosfera che regna in lavori di Mogwai ed Explosions in the Sky. Provengono dalla Svezia e sono al terzo album. Si chiamano September Malevolence e questa è "And For The Record, I Love You"
September Malevolence - And For The Record, I Love You (Our Withers Unwrung, 2011)
Con la seconda novità entriamo in ambito pop, un indie pop fresco e vivace di una band anch'essa svedese arrivata con questo lavoro al traguardo dei venti anni di carriera. Loro sono gli Acid House Kings e questa è Under Water.
Acid House Kings - Under Water (Music Sounds Better With You, 2011)
Questa band mi ricorda neanche troppo alla lontana i Belle And Sebastian dai quali sembra prendere motivetti semplici ma efficaci e soprattutto il doppio cantato maschile e femminile. Belle And Sebastian che ci ascoltiamo ora con "Come On Sister" dal loro ultimo lavoro del 2010.
Belle And Sebastian - Come On Sister (Write About Love, 2010)
The Decemberists - This Is Why We Fight (The King Is Dead, 2011)
Erano i Decemberists con un video tratto dall'ultimo album, che si è classificato al quinto posto nei Matilda Father Awards. Un grande album che non mi stancherò mai di ascoltare. Un altro ottimo album che ha molto per entrare in classifica alla fine di quest'anno, è quello delle First Aid Kit, duo di sorelle svedesi (molta Svezia oggi in questa playlist) già protagoniste nella rubrica The Song of the Day. Questo è il secondo video "Emmylou"
First Aid Kit - Emmylou (The Lion's Roar, 2012)
Arrivati secondi nella suddetta classifica dei migliori album, i Black Keys hanno sfornato un lavoro incredibile, dove rock e blues americano si fondono a creare grandissime canzoni. Una è questa "Dead And Gone"
The Black Keys - Dead And Gone (El Camino, 2011)
Ancora un album di grandissimo rock and roll, quello dei Social Distortion. Ne assaggiamo ancora un po' con "California"
Social Distortion - California (Hard Times and Nursery Rhymes, 2011)
Proseguiamo con un lavoro molto bello che non è entrato in classifica per pochissimo, sto parlando di "Slave Ambient" dei War On Drugs per il quale ci ascoltiamo la Dylaniana "Brothers"
The War On Drugs - Brothers (Slave Ambient, 2011)
Il prossimo brano è di un gruppo che è una vera e propria istituzione nella scena rock inglese: i Wire, figli diretti di quel post punk che loro stessi hanno contribuito a creare verso la fine dei settanta. Li ascoltiamo con la traccia di apertura "Please Take"
Wire - Please Take (Red Barked Tree, 2011)
Prima del trittico finale nel quale ci discosteremo un po' da quelle che sono le sonorità più puramente rock passate fino ad ora, diamo un altro ascolto a Dynamite Steps deh Twilight Singers, anch'essi presenti nella classifica di fine anno.
The Twilight Singers - On The Corner (Dynamite Steps, 2011)
I prossimi sono stati selezionati per The Song of the Day lo scorso 17 gennaio e vi dissi che le prime due canzoni spaccavano, scegliendo poi la seconda. Bene, questa è la traccia di apertura "No Future No Past" e loro sono Cloud Nothings
Cloud Nothings - No Future, No Past (Attack On Memory, 2012)
Ci spostiamo in ambito post, che sia metal, rock o psichedelia per loro va bene lo stesso. Si chiamano Russian Circles e vengono da Chicago. Questo è il loro ultimo album.
Russian Circles - Mladek (Empros, 2011)
Anche per oggi abbiamo finito una puntata che mi è piaciuta particolarmente perché in molti casi siamo riusciti ad alzare il ritmo suonando ottima musica rock. Perché è dal rock che parte tutto e al rock ogni tanto occorre tornare. Ci salutiamo con i Trail of Dead dal loro ultimo lavoro "Tao of the Dead" la bellissima "Pure Radio Cosplay". Alla prossima.
And You Will Know Us By The Trail of Dead - Pure Radio Cosplay (Tao of the Dead, 2011)
Playlist completa
1) Wilco - Dawned On Me (The Whole Love, 2011)
2) Arcade Fire - The Suburbs (The Suburbs, 2010)
3) Manic Street Preachers - Autumnsong (Send Away The Tigers, 2007)
4) September Malevolence - And For The Record, I Love You (Our Withers Unwrung, 2011)
5) Acid House Kings - Under water (Music Sounds Better With You, 2011)
6) Belle And Sebastian - Come On Sister (Write About Love, 2010)
7) The Decemberists - This Is Why We Fight (The King Is Dead, 2011)
8) First Aid Kit - Emmylou (The Lion's Roar, 2012)
9) The Black Keys - Dead And Gone (El Camino, 2011)
10) Social Distortion - California (Hard Times and Nursery Rhymes, 2011)
11) The War On Drugs - Brothers (Slave Ambient, 2011)
12) Wire - Please Take (Red Barked Tree, 2011)
13) The Twilight Singers - On The Corner (Dynamite Steps, 2011)
14) Cloud Nothings - No Future, No Past (Attack On Memory, 2012)
15) Russian Circles - Mladek (Empros, 2011)
16) And You Will Know Us By The Trail of Dead - Pure Radio Cosplay (Tao of the Dead, 2011)
Quest'oggi ascolteremo diverse cosette interessanti, per lo più uscite nell'ultimi dodici mesi, di dischi conosciuti o anche meno, che in questi giorni si stanno alternando sul mio ipod o sull'impianto di casa (quando i figli me lo permettono...).
Cominciamo dagli Wilco e dal loro ultimo lavoro "The Whole Love" che sto sviscerando canzone per canzone in attesa del concerto di Bologna a marzo. Il pretesto è il nuovo video appena uscito del brano "Dawned On Me" in cui appaiono addirittura Braccio di Ferro e compagni nel ruolo di special guests.
Wilco - Dawned On Me (The Whole Love, 2011)
Arcade Fire - The Suburbs (The Suburbs, 2010)
Subito dopo gli Wilco abbiamo ascoltato gli Arcade Fire con il brano che dà il titolo al loro ultimo album "The Suburbs". Andiamo avanti con una bellissima canzone dei Manic Street Preachers, la più datata che ascolteremo oggi dato che è del 2007, si intitola "Autumnsong"
Manic Street Preachers - Autumnsong (Send Away The Tigers, 2007)
Eccoci ora a due novità per questa blog radio, due dischi dello scorso anno di cui ancora non avevamo parlato. Il primo è un album di post rock diverso dal solito, fatto di canzoni piuttosto brevi in luogo di lunghe cavalcate sonore, nelle quali c'è comunque tutta l'atmosfera che regna in lavori di Mogwai ed Explosions in the Sky. Provengono dalla Svezia e sono al terzo album. Si chiamano September Malevolence e questa è "And For The Record, I Love You"
September Malevolence - And For The Record, I Love You (Our Withers Unwrung, 2011)
Con la seconda novità entriamo in ambito pop, un indie pop fresco e vivace di una band anch'essa svedese arrivata con questo lavoro al traguardo dei venti anni di carriera. Loro sono gli Acid House Kings e questa è Under Water.
Acid House Kings - Under Water (Music Sounds Better With You, 2011)
Questa band mi ricorda neanche troppo alla lontana i Belle And Sebastian dai quali sembra prendere motivetti semplici ma efficaci e soprattutto il doppio cantato maschile e femminile. Belle And Sebastian che ci ascoltiamo ora con "Come On Sister" dal loro ultimo lavoro del 2010.
Belle And Sebastian - Come On Sister (Write About Love, 2010)
The Decemberists - This Is Why We Fight (The King Is Dead, 2011)
Erano i Decemberists con un video tratto dall'ultimo album, che si è classificato al quinto posto nei Matilda Father Awards. Un grande album che non mi stancherò mai di ascoltare. Un altro ottimo album che ha molto per entrare in classifica alla fine di quest'anno, è quello delle First Aid Kit, duo di sorelle svedesi (molta Svezia oggi in questa playlist) già protagoniste nella rubrica The Song of the Day. Questo è il secondo video "Emmylou"
First Aid Kit - Emmylou (The Lion's Roar, 2012)
Arrivati secondi nella suddetta classifica dei migliori album, i Black Keys hanno sfornato un lavoro incredibile, dove rock e blues americano si fondono a creare grandissime canzoni. Una è questa "Dead And Gone"
The Black Keys - Dead And Gone (El Camino, 2011)
Ancora un album di grandissimo rock and roll, quello dei Social Distortion. Ne assaggiamo ancora un po' con "California"
Proseguiamo con un lavoro molto bello che non è entrato in classifica per pochissimo, sto parlando di "Slave Ambient" dei War On Drugs per il quale ci ascoltiamo la Dylaniana "Brothers"
The War On Drugs - Brothers (Slave Ambient, 2011)
Il prossimo brano è di un gruppo che è una vera e propria istituzione nella scena rock inglese: i Wire, figli diretti di quel post punk che loro stessi hanno contribuito a creare verso la fine dei settanta. Li ascoltiamo con la traccia di apertura "Please Take"
Wire - Please Take (Red Barked Tree, 2011)
Prima del trittico finale nel quale ci discosteremo un po' da quelle che sono le sonorità più puramente rock passate fino ad ora, diamo un altro ascolto a Dynamite Steps deh Twilight Singers, anch'essi presenti nella classifica di fine anno.
I prossimi sono stati selezionati per The Song of the Day lo scorso 17 gennaio e vi dissi che le prime due canzoni spaccavano, scegliendo poi la seconda. Bene, questa è la traccia di apertura "No Future No Past" e loro sono Cloud Nothings
Cloud Nothings - No Future, No Past (Attack On Memory, 2012)
Ci spostiamo in ambito post, che sia metal, rock o psichedelia per loro va bene lo stesso. Si chiamano Russian Circles e vengono da Chicago. Questo è il loro ultimo album.
Russian Circles - Mladek (Empros, 2011)
Anche per oggi abbiamo finito una puntata che mi è piaciuta particolarmente perché in molti casi siamo riusciti ad alzare il ritmo suonando ottima musica rock. Perché è dal rock che parte tutto e al rock ogni tanto occorre tornare. Ci salutiamo con i Trail of Dead dal loro ultimo lavoro "Tao of the Dead" la bellissima "Pure Radio Cosplay". Alla prossima.
Playlist completa
1) Wilco - Dawned On Me (The Whole Love, 2011)
2) Arcade Fire - The Suburbs (The Suburbs, 2010)
3) Manic Street Preachers - Autumnsong (Send Away The Tigers, 2007)
4) September Malevolence - And For The Record, I Love You (Our Withers Unwrung, 2011)
5) Acid House Kings - Under water (Music Sounds Better With You, 2011)
6) Belle And Sebastian - Come On Sister (Write About Love, 2010)
7) The Decemberists - This Is Why We Fight (The King Is Dead, 2011)
8) First Aid Kit - Emmylou (The Lion's Roar, 2012)
9) The Black Keys - Dead And Gone (El Camino, 2011)
10) Social Distortion - California (Hard Times and Nursery Rhymes, 2011)
11) The War On Drugs - Brothers (Slave Ambient, 2011)
12) Wire - Please Take (Red Barked Tree, 2011)
13) The Twilight Singers - On The Corner (Dynamite Steps, 2011)
14) Cloud Nothings - No Future, No Past (Attack On Memory, 2012)
15) Russian Circles - Mladek (Empros, 2011)
16) And You Will Know Us By The Trail of Dead - Pure Radio Cosplay (Tao of the Dead, 2011)
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The Song of the Day #39 - Porcelain Raft
L'Italia è un paese di santi, poeti, ehm... navigatori e di cervelli in fuga. Tale è infatti Porcelain Raft, all'anagrafe Mauro Remiddi, nato a Roma ma emigrato a Londra una decina di anni fa e poi recentemente a New York per realizzare il suo sogno di diventare musicista. Ebbene, c'è riuscito eccome e, dopo un ep rilasciato lo scorso anno nel quale già si intuivano le potenzialità di quest'italiano, eccolo alla prova del primo lavoro 'lungo', realizzato interamente in casa in sessioni di due giorni per ogni canzone.
Ci troviamo di fronte ad un lavoro nell'ambito dell'ormai fin troppo sviscerato dream pop, anche se occorre stabilire fin da subito che questo è un gran disco. Ottimi pezzi, grandi atmosfere sognanti, struggenti, fanno di quest'album una vera perla nel mare del genere in cui si colloca, meritandosi la scelta da parte degli M83 di portarselo in tour come 'gruppo' spalla (con i quali sarà a Milano il 6 marzo prossimo).
La canzone che vi posto, scelta come Song of the Day di oggi, si intitola "Unless You Speak From Your Heart" e la accompagna un video molto carino da lui stesso realizzato. Non posso fare altro che fargli i complimenti e un grande in bocca al lupo per la sua carriera oltreoceano.
Porcelain Raft - Unless You Speak From Your Heart (Strange Weekend, 2012)
Ci troviamo di fronte ad un lavoro nell'ambito dell'ormai fin troppo sviscerato dream pop, anche se occorre stabilire fin da subito che questo è un gran disco. Ottimi pezzi, grandi atmosfere sognanti, struggenti, fanno di quest'album una vera perla nel mare del genere in cui si colloca, meritandosi la scelta da parte degli M83 di portarselo in tour come 'gruppo' spalla (con i quali sarà a Milano il 6 marzo prossimo).
La canzone che vi posto, scelta come Song of the Day di oggi, si intitola "Unless You Speak From Your Heart" e la accompagna un video molto carino da lui stesso realizzato. Non posso fare altro che fargli i complimenti e un grande in bocca al lupo per la sua carriera oltreoceano.
Porcelain Raft - Unless You Speak From Your Heart (Strange Weekend, 2012)
giovedì 26 gennaio 2012
The Song of the Day #38 - Eluveitie
Tra qualche giorno, precisamente il 10 febbraio, sarà nei negozi il quinto album in studio dei pagan folk metal per eccellenza, gli Eluveitie. La band svizzera, di Winterthur, suona un ottimo connubio tra musica celtica unita alla cattiveria del death metal: flauti, violini, mandolini e riffoni di chitarra elettrica davvero potenti formano un cocktail micidiale in cui le voci femminili di Mary Tadic e Anna Murphy si fondono alla perfezione con il growl di Chrigel Glanzmann. Il risultato potete ascoltarlo in questa "A Rose For Epona", primo video che anticipa la pubblicazione dell'album, selezionato oggi come The Song of the Day.
Che Odino vi trafigga con la sua lancia se non vi convertite al mondo degli Eluveitie!!
Eluveitie - A Rose For Epona (Helvetios, 2012)
Che Odino vi trafigga con la sua lancia se non vi convertite al mondo degli Eluveitie!!
Eluveitie - A Rose For Epona (Helvetios, 2012)
mercoledì 25 gennaio 2012
Matilda Father Live Show #3 - Pink Floyd
Siamo giunti al terzo appuntamento con i live show di Matilda Father Blog Radio e nella puntata di oggi abbiamo come ospiti nientepopodimeno che (rullo di tamburi...) i Pink Floyd in una reunion immaginaria che per l'occasione comprende anche i compianti Syd Barrett, che appare nel primo datatissimo brano "Astronomy Domine", e Richard Wright, sempre presente con le sue imprescindibili tastiere.
Si parte dalle origini, quando la band era sopratutto nota per le sue suite psichedeliche, lunghe scorribande acide in cui ogni tipo di strumentazione viene utilizzata per creare il sound voluto prima da Barrett e poi da Waters che ne ha raccolto l'eredità. Le suite dicevamo, dall'incredibile "Atom Heart Mother" pescata live nel 1970, a "Shine on You Crazy Diamond" dal più recente "Pulse", da "Echoes" fino a "Saucerful of Secrets" tratte entrambe dal mitico Live at Pompeii. Non poteva poi mancare "Matilda Mother", che ha ispirato il nome di questo blog o brani come "Time" e "Money" del loro lavoro più conosciuto "The Dark Side of the Moon". In chiusura ci sono i quattro pezzi suonati al live 8 nel 2005, che ha visto di nuovo Waters, Gilmour, Wright e Mason insieme per l'ultima volta in una reunion che aveva del clamoroso dopo tutte le liti che c'erano state tra i due leader dopo la separazione per l'utilizzo del nome Pink Floyd. E con il senno di poi, quelle lacrime che mi rigavano il volto durante la visione di quell'ultimo incantevole concerto, avevano ragione d'essere perchè di lì a poco la dolorosa perdita di Rick Wright avrebbe reso mai più replicabile quel momento storico.
Spegnete le luci, dal vivo su Matilda Father Blog Radio ci sono i PINK FLOYD.
Astronomy Domine (The Piper at the Gates of Down, 1967)
Atom Heart Mother, part 1(Atom Heart Mother, 1970)
Atom Heart Mother (part 2)
Atom Heart Mother (part 3 + Cymbaline)
Matilda Mother (The Piper at the Gates of Down, 1967)
Set The Controls For The Heart of the Sun (A Saucerful of Secrets, 1968)
Echoes (Meddle, 1971)
A Saucerful of Secrets (A Saucerful of Secrets, 1968)
Time (The Dark Side of the Moon, 1973)
Shine On You Crazy Diamond (Wish You Were Here, 1975)
Another Brick in the Wall part 2 (The Wall, 1979)
Breathe (The Dark Side of the Moon, 1973)
Money (The Dark Side of the Moon, 1973)
Wish You Were Here (Wish You Were Here, 1975)
Comfortably Numb (The Wall, 1979)
Run Like Hell (The Wall, 1979)
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Playlist completa del concerto
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