E' da un po' di tempo che volevo scrivere questo articolo, ma per un motivo o per un altro ho sempre rimandato, sperando che non ce ne fosse bisogno, oppure temendo fosse inutile data l'esigua visibilità del mio blog.
Ora però che le visite quotidiane stanno aumentando e constatando il fatto che ancora non è stato raggiunto il risultato, ho pensato che "sarà pure una goccia nel mare, ma male non fa!".
Il Mucchio, già Mucchio Selvaggio, rivista di musica rock, ma anche di cinema, libri, società e politica, con oltre trent'anni di storia in edicola, prima mensile, poi settimanale ed infine da qualche anno ancora mensile nella conformazione che più gli si addice, rischia la chiusura per problemi economici derivati dai tagli sui contributi statali sull'editoria del 2010 e 2011. Tagli che sono stati fatti a sorpresa e retroattivamente. Non sono mai stato favorevole ai contributi dello stato all'editoria, voglio dire, se vuoi fare un giornale devi essere in grado si sostentarti con i tuoi mezzi, che siano abbonamenti, pubblicità o vendita in edicola. Però è anche vero che se questi contributi ci sono sarebbe da stolti non usufruirne e che quando si stila un preventivo di bilancio in una qualunque azienda si tiene conto di tutte le voci in entrata per stabilire quali devono essere le uscite. Se una cospicua fetta delle entrate previste, improvvisamente viene a mancare sono guai. Ed è questo quello che è accaduto.
Ma non siamo qui per criticare ciò che ormai è stato deciso, non ne avremmo titolo e non servirebbe a molto. La stessa neo direttrice del Mucchio, Daniela Federico, non sta lì a piangersi addosso, ma assieme ai suoi collaboratori sta attuando una serie di iniziative atte a raggranellare più abbonamenti possibili che consentirebbe loro di contare su una entrata immediata per far fronte alle impellenze più urgenti e scongiurare la chiusura. Fermo restando che comunque una ristrutturazione interna, con degli urgenti quanto dolorosi tagli, deve essere fatta perché su queste entrate non possono più contare come prima.
La richiesta è quindi questa: occorre che siano sottoscritti almeno 2000 abbonamenti entro febbraio e il risultato purtroppo non è ancora stato raggiunto (sono quasi 1200 alla data di oggi, compreso il mio).
Considerate la possibilità di fare un abbonamento, se già vi trovate a comprare il Mucchio in edicola, oppure pensate a qualcuno cui possa piacere, magari per regalarglielo oppure per informarlo del fatto che facendone uno contribuirà a mantenere in vita il giornale. Per maggiori informazioni potete andare sul sito ufficiale del Mucchio dove tutto è spiegato più chiaramente e sul forum dove se ne discute da qualche settimana.
Ovviamente non ho alcun tipo di tornaconto personale da questa iniziativa, tranne il fatto di poter sperare di continuare ad usufruire di un giornale che da più di vent'anni leggo quasi ininterrottamente e che ha formato in gran parte il mio genoma musicale.
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